giovedì 28 ottobre 2010

BORSE DI STUDIO REGIONALI

In questi giorni stiamo assistendo a polemiche montate ad arte su di una proposta esposta in un video postato su YouTube dal governatore del Piemonte Roberto Cota.

Che cosa ha detto il Governatore?

L'idea lanciata da Cota sembra andare nella direzione di una regionalizzazione delle borse di studio nel senso che, ogni regione, dovrebbe farsi carico delle borse di studio non in base agli atenei presenti nella propria regione, ma in base agli studenti residenti che ne vogliano fare richiesta.

Perchè questa proposta?

La proposta nasce dal dato oggettivo che le regioni nelle quali vi sono università con un maggior afflusso di studenti non residenti risultano penalizzate (esempio del Piemonte 64% di borse di studio per studenti residenti e 36% per studenti non residenti), mentre le regioni con una "mobilità passiva" minore possono utilizzare la quasi totalità dei loro fondi per studenti residenti. Questo, ovviamente, crea un iniquità ai danni degli studenti delle regioni "virtuose".

Come funzionerebbe il nuovo sistema?

Il sistema che dovrebbe nascere dalla proposta del Governatore del Piemonte si basa sul principio che, in un'ottica federalista dello Stato, ogni regione dovrebbe occuparsi di fornire le borse di studio ai propri residenti indipendentemente dall'università frequentata. Questo fa si che, regolando su scala nazionale un "costo standard" in base al numero di studenti residenti in ogni regione, si possa ristabilire un sistema equo che garantisca a TUTTI GLI STUDENTI lo stesso diritto allo studio.

Qual è il principio fondante di questa proposta?

Il principio che viene salvaguardato e che è prioritariamente al primo posto nello sviluppo di questa proposta è quello di garantire il diritto allo studio. Infatti gli studenti meritevoli che ne hanno diritto e attualmente percepiscono la borsa studio continueranno ad averla (erogata dalla propria regione di residenza), mentre gli studenti delle regioni con la mobilità passiva maggiore potranno veder salvaguardato il loro diritto a prescindere dall'afflusso di studenti non residenti, che è sicuramente motivo di orgoglio, in un sistema più virtuoso e corretto. In conclusione credo che quest'ipotesi, se portata avanti su scala nazionale con una legge che abbia effetto sul sistema di gestione del diritto allo studio di tutte le regioni, non diminuirà ma semmai aumenterà il numero di studenti che potranno usufruire delle borse di studio. Se qualcuno ha interessi diversi dalla salvaguardia del diritto allo studio e dalla difesa degli interessi dei nostri studenti questo non è mai stato, e mai sarà, un nostro problema.

Alessandro Sciretti

Coordinatore Movimento Universitario Padano

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