Cota ha sostenuto che «
la Tav ormai è il simbolo di un Piemonte che riparte, di fatti concreti che si realizzano. Ma deve essere un simbolo positivo. La Tav verrà fatta, c’è un’assoluta determinazione e anche su questo tema sento il dovere di chiedere una mobilitazione del Piemonte: è un’opera assolutamente necessaria per il nostro territorio e per il sistema; necessaria dal punto di vista psicologico, perché fa capire che siamo una realtà del fare e non dei ‘No’ a tutto; necessaria nella prospettiva delle nuove generazioni, perché svilupperà lavoro molto importante sul nostro territorio. Dobbiamo stare tutti uniti, isolare anche culturalmente chi protesta lanciando i sassi contro gli operai che vanno a lavorare nel cantiere e le forze dell’ordine che tentano di proteggerli». Secondo Cota, «se nelle prossime settimane si potrà partire col tunnel geognostico della Maddalena lo si deve anche alla Regione, che l’autunno scorso ha ottenuto dal Cipe 143 milioni di euro per la realizzazione dell’opera. Con il concorso responsabile di una parte dell’opposizione è stata poi approvata la legge regionale sulle grandi opere sul modello francese, che consente una serie di ricadute positive sul territorio: almeno 40-45 milioni di euro che rimarranno direttamente in Valsusa. Certo, dovremo vigilare dalle infiltrazioni della criminalità organizzata mettendo in atto un sistema di controlli, ma comunque quest’opera di fatto crea lavoro e sviluppo ».
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