mercoledì 13 ottobre 2010

LA RIFORMA DELLA SCUOLA

Il tema scuola viene purtroppo troppo spesso strumentalizzato. La riforma è entrata in atto il 1° settembre 2009 per la scuola primaria e secondaria di primo grado, mentre per la scuola secondaria di secondo grado il 1° settembre 2010. Un discorso apparte invece è stato già fatto per quanto riguarda l'Università (nel nostro articolo del 5 ottobre). Approfondiamo quindi adesso i cambiamenti apportati alla scuola primaria e secondaria di primo grado e alla scuola secondaria di secondo grado.

Il decreto Gelmini consta di otto articoli. Questi i più importanti (e contestati):

L’articolo 1 introduce l’insegnamento della “Cittadinanza e Costituzione” nel primo e secondo ciclo dell’istruzione e nella scuola dell’Infanzia. Non è una novità assoluta, perché l’insegnamento esiste già. La preoccupazione è che gli insegnanti di sinistra utilizzino politicamente lo studio della Costituzione. Per questo la Lega Nord ha chiesto e ottenuto che, al fianco della Costituzione, vengano studiati gli Statuti regionali (e quelli provinciali e comunali), vere Carte Costituzionali dei nostri popoli.

L’articolo 2 prevede la reintroduzione del voto in condotta, a nostro avviso positivo affinché si riaffermi una cultura dei diritti ma anche dei doveri, perché i nostri giovani capiscano fin dalla scuola che esistono delle regole che devono essere rispettate. E’ questa una prima risposta – anche se non esaustiva – al fenomeno del bullismo nelle scuole.

L’articolo 3 contiene la reintroduzione del voto espresso in decimi, in tutte le scuole.

L’articolo 4 prevede la reintroduzione del maestro unico nella scuola elementare. La Lega Nord ha subordinato il suo voto favorevole al decreto a condizione che ci fossero precise garanzie sul mantenimento del tempo pieno, che, come è noto, è più utilizzato al Nord, dove entrambi i genitori lavorano. Il tempo unico non si tocca e, anzi, eliminando la compresenza degli insegnanti, viene implementato di oltre il 50 per cento, senza ovviamente oneri a carico degli Enti Locali. Restano gli insegnanti di inglese, musica e religione. Le famiglie possono scegliere tra le 24, le 27, le 30 e le 40 ore. Se è vero, come dice la sinistra, che con la scuola a moduli la nostra elementare è all’8° posto nelle graduatorie europee, è pur vero che quando vi era il maestro unico eravamo al 2° posto dopo la Finlandia. Il maestro unico, infine, restituisce ai nostri bimbi un’unica figura di riferimento, così importante anche dal punto di vista pedagogico e di autorevolezza.

L’articolo 5 – fortemente voluto dalla Lega Nord in Consiglio dei Ministri – riguarda infine il contenimento dei costi dei libri di testo, che rappresentano una voce importante nel bilancio familiare delle famiglie. L’articolo prevede che si debbano adottare i libri il cui editore si impegna a mantenere il testo invariato per 5 anni. Proprio grazie a una battaglia della Lega Nord, infine, nel maxiemendamento al decreto Gelmini le graduatorie per le scuole elementari sono tornate su base provinciale e non nazionale, come inizialmente previsto dal governo.

Le bugie dette dalla sinistra:

Si sarà bocciati con il 7 in condotta. FALSO. Si può essere bocciati con il 5.

Si cancella il tempo pieno. FALSO. Le famiglie possono scegliere tra le 24, 27, 30 e 40 ore settimanali. Come si è detto, con l’eliminazione delle compresenze il tempo pieno sarà aumentato.

Con il maestro unico si perde in qualità. FALSO. Innanzitutto il maestro non è solo, perché vengono comunque mantenuti gli insegnati di religione ed inglese. Spariscono – quelli si – i moduli, cioè i 3 insegnanti che ruotano su 2 classi o i 4 che ruotano su 3. Il sistema a moduli è un’anomalia tutta nostra, nata in un momento di calo della natalità e del numero degli scolari, visto che nella maggior parte d’Europa vige il sistema del maestro unico. Una delle principali obiezioni è che un solo insegnante non può conoscere bene tutte le materie: peccato che gli insegnanti elementari afferiscano a un’unica classe di concorso, che li abilita in tutte le materie, senza ruolo specifico.

Verranno tagliati gli insegnanti di sostegno. FALSO. Né il decreto, né il piano programmatico del Ministero parlano di riduzione degli insegnanti di sostegno.

Utilizzo del decreto legge non suffragato dall’urgenza. FALSO. L’urgenza è data dalla necessità di porre un freno al degrado in cui versa la scuola ed agli episodi di bullismo.

Verranno chiuse le scuole di montagna. FALSO. Il piano programmatico prevede “il progressivo superamento delle attuali situazioni relative a plessi e a sezioni staccate con meno di 50 alunni” ma specifica che ciò riguarda “territori non ubicati nelle comunità montane o nelle piccole isole”.

Il governo non pensa ai precari. FALSO. Con un emendamento al disegno di legge, il governo ha deciso di riaprire le graduatorie di insegnamento anche per il 9° ciclo delle Ssis (Scuole di specializzazione per l’insegnamento alle superiori), che invece il governo Prodi aveva escluso, discriminando pesantemente alcuni specializzandi.

1 commento:

  1. E' pur vero che in ogni legge, per pessima che sia, a voler cercare bene del buono salta fuori. Ma è poi nella sua applicazione pratica che se ne vedono le conseguenze.
    Voglio, perciò, soffermarmi su di un punto che, a mio avviso, penalizza fortemente i bambini: le compresenze.
    Chi ha figli in età di primaria se ne rende conto. Vi sono innumerevoli attività che si svolgono durante l'orario scolastico e che hanno innegabilmente un valore concreto; non lo dico io, lo afferma chi studia lo sviluppo intellettuale dei bambini. Tutte queste attività (laboratori di informatica, di giardinaggio, di falegnameria e chi più ne ha più ne metta....) sono tali da non poter essere gestite da un solo insegnante con, se va bene, 25 alunni. Ci avete mai provato voi a far fare qualcosa in cui serva una buona dose di concentrazione a 5 bambini contemporaneamente senza uscire di senno? Bene, ora moltiplicate per 5 ed il risultato è sotto i vostri occhi.
    Io più di trent'anni fa ho frequentato un ciclo di primaria (allora si chiamavano elementari) in cui vi era il tempo pieno e, grazie alle compresenze, tantissime attività di laboratorio: fotografia, falegnameria, pittura, tessitura, teatro, musica.... e chissà quante me ne dimentico...
    Il mio desiderio, visto che quel modello ha rappresentato per me stesso un valore aggiunto molto prezioso, era che anche i miei figli potessero goderne i benefici. Non perdo la speranza e continuerò a battermi per questo.

    Marco Bella.

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