''E' giusto festeggiare gli eventi che si ricordano con piacere,
giusto non farlo quando questi eventi si ritiene siano stati per noi
funesti! Inoltre, che venga in mente di dare vita alla Festa dell'Unita'
dopo 151 anni da quando e' accaduta non puo' che aver sapore di
retorica o, peggio ancora, dimostrare un affannoso ricorso celebrativo
per misconoscere il quasi fallimento del progetto''.
Lo ha dichiarato Paolo Franco sul ddl n.3256 relativo all'istituzione
della Giornata dell'Unita' d'Italia e l'insegnamento dell'Inno di
Mameli, gia' approvato dalla Camera e ora all'esame dell'Aula del
Senato. ''Cosa ha portato questo progetto - chiede Franco -e come doveva
essere per meritare migliore sorte? Io non credo che l'unità, com'e'
stata costruita, per i Popoli che vivono in Italia abbia condotto a
risultati migliori di quelli che, in altri Paesi, il progresso della
seconda meta' del secolo scorso ha consentito''. Dal 1870 alla fine
degli anni Cinquanta, ricorda Paolo Franco, ''le migliori forze del
Paese, giovani, coraggiose, intraprendenti, a milioni e milioni hanno
dovuto abbandonare le proprie terre per cercare nell'emigrazione la
salvezza e un futuro per i propri figli. Quello che, purtroppo, sta
tornando a succedere in questi ultimissimi anni: studi di poche
settimane fa hanno denunciato che la giovane emigrazione italiana ha
raggiunto i livelli della fine della secolare emigrazione post-unitaria,
cioe' dell'anno 1962. Per non dimenticare - aggiunge infine il
parlamentare veneto - che il secolo scorso ci ha regalato anche una
funesta dittatura e due terribili guerre mondiali. Grazie Italia!''.
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