L’iniziativa - presentata il 27 maggio nel corso di una conferenza stampa dal presidente della Regione Piemonte, dall’assessore regionale alle Pari opportunità e dal direttore regionale dell’Inps, Giuliano Quattrone - è un incentivo rivolto ai dipendenti di aziende private per occuparsi a tempo pieno dei propri figli e per stabilire, fin dai primi mesi di vita, un legame speciale con entrambi i genitori. Agevolando così anche il rientro al lavoro delle donne che, troppo spesso, per problemi di conciliazione dei tempi con la famiglia, rinunciano alla carriera professionale.
Oltre all’intervento per i padri, sono stati presentati altri bandi rivolti a imprese per la realizzazione di nidi aziendali, anche in ambito rurale, per agevolare modalità flessibili di lavoro come telelavoro, job sharing, e per favorire l’aggiornamento continuo per le donne assenti dal lavoro; ma anche misure rivolte a Comuni ed Enti pubblici e privati per il potenziamento della rete dei servizi per la prima infanzia, e per favorire la banca del tempo. Un utilizzo di risorse ammontanti a circa 3 milioni di euro, che corrisponde a un preciso impegno della Giunta per venire incontro alle esigenze delle mamme che lavorano e per la condivisione delle responsabilità familiari.
“L’attenzione nei confronti dei padri - ha sottolineato il presidente della Regione Roberto Cota - è soltanto una delle novità che abbiamo voluto promuovere in questi mesi per tutelare la famiglia anche per quanto concerne l’ambito lavorativo. La società complessa di oggi impone infatti misure ed interventi nuovi, che siano al passo coi tempi e con le reali esigenze dei cittadini piemontesi. Il mondo del lavoro è cambiato molto negli ultimi decenni, quindi è giusto che si propongano nuove forme di sostegno a quell’istituzione per noi importantissima che è la famiglia”.
“L’ultimo rapporto Istat - ha rilevato l’assessore alle Pari Opportunità - ha evidenziato che in Italia sono 800.000 le donne escluse dal mondo del lavoro per la nascita di un figlio. In media, il 15% smette di lavorare, ma la percentuale nel nord-ovest del Paese tocca il 18%. E’ necessario impedire che le donne si trovino di fronte a una scelta tra il lavoro e la famiglia ed aiutarle nel percorso di rientro al lavoro attraverso strumenti specifici. Il coinvolgimento dei padri rappresenta una misura innovativa che vogliamo sperimentale sul territorio perché le responsabilità genitoriali siano pienamente condivise all’interno delle famiglie piemontesi”