Lega Nord
Piemont Padania
Grup Consiliar Comun-a ‘d Colegn.
Piassa ‘dla Republica.
Gruppo
Consiliare Comune di Collegno. Piazza della Repubblica.
Ø
Al Presidente del Consiglio
Ø
Al Sindaco di Collegno
Ø
All’Assemblea Sovrana
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Foglio 1 di 4
MOZIONE
Oggetto: OGM.
PREMESSO CHE
§
con la sigla OGM si identificano gli organismi geneticamente
modificati, siano essi animali o vegetali, il cui materiale genetico è stato
alterato attraverso l’utilizzo di tecniche ingegneristiche;
§
la
direttiva 2001/18/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 12 marzo 2001, sull’emissione deliberata nell’ambiente di
organismi geneticamente modificati, rappresenta la norma comunitaria di
riferimento sugli OGM ed è stata recepita in Italia dal decreto legislativo 8 luglio 2003, n. 224 che
individua nel Ministero dell’Ambiente e della tutela
del territorio e del mare l’autorità competente a livello nazionale con il
compito di coordinare l’attività amministrativa e tecnico-scientifica, il
rilascio delle autorizzazioni e le comunicazioni istituzionali con la Commissione
europea;
§
il regolamento
(CE) n. 178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 gennaio 2002,
stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare,
istituendo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e fissando le
procedure relative alla sicurezza degli alimenti;
§ con il regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 settembre 2003, l’Unione europea ha poi compiutamente regolamentato le procedure concernenti l’autorizzazione e la circolazione degli alimenti e dei mangimi geneticamente modificati.
CONSIDERATO CHE
§
la comunità scientifica non ha ancora espresso una posizione
univoca in merito agli effetti sulla salute umana degli OGM, con presenza di
opposte posizioni tra chi ritiene che non si abbiano rischi e quanti invece
affermano che i pericoli che scaturiscono da manipolazioni genetiche siano di
gran lunga superiori agli eventuali benefici;
§
lo sviluppo dell’agricoltura transgenica rispetto all’incertezza
delle valutazioni scientifiche sulla potenziale tossicità degli OGM appare in
contrasto con il principio di
precauzione che l’Unione europea pone a tutela della salute umana;
§
nel rapporto annuale 2013 dell’International service for the
acquisition of agribiotech applications (Isaaa) si evidenzia come solo cinque Stati dell’Unione europea, ossia
Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania,
abbiano coltivazioni OGM e che di fatto in Europa stiamo parlando di
circa 148 mila ettari coltivati a mais (l’1% della produzione totale)
concentrati per lo più in Spagna che copre il 94% degli
investimenti totali. Lo stesso rapporto indica che nel mondo gli ettari
coltivati sono circa 175 milioni sparsi in 27 Paesi fra cui soprattutto Stati
Uniti (70 milioni circa), Brasile (37 milioni), Argentina
(24 milioni), Canada (11 milioni) e Paesi in via
di sviluppo;
§
la nostra agricoltura è essenzialmente di tipo multifunzionale e
assolve a compiti che vanno oltre la semplice produzione di alimenti e materie
prime, svolgendo un ruolo di difesa
integrata del territorio e di tutela del paesaggio e degli aspetti culturali
tradizionali legati alle aree rurali.
§
non esistono, al momento, strumenti e tecniche efficaci al fine di
escludere le contaminazioni “in campo” di terreni dedicati alla coltivazione di
prodotti agricoli convenzionali da parte delle varietà geneticamente
modificate, ledendo, di conseguenza, il diritto fondamentale di scelta
aziendale da parte degli agricoltori in fatto di piani colturali.
RILEVATO CHE
§
l’articolo 22 della direttiva 2001/18/CE dispone la libera
circolazione degli OGM autorizzati in conformità della norma stessa mentre
l’art. 26-bis non consente a uno
Stato membro di opporsi in via generale alla coltivazione sul suo
territorio degli organismi geneticamente modificati (come chiarito da una sentenza del 2012 della Corte di Giustizia dell’Unione europea), limitandosi a prevedere l’adozione “di tutte le misure opportune per evitare la presenza involontaria
di OGM in altri prodotti”;
§
nell’ordinamento comunitario esiste la cosiddetta “clausola di
salvaguardia”, art. 25 del D.Lgs. 224/2003, in recepimento a quanto stabilito dall’art. 23 della direttiva 2001/18/CE, che permette ad
un Paese membro di limitare o vietare temporaneamente l’uso o la vendita di
prodotti OGM se considerati rischiosi per la salute o per l’ambiente;
§
l’articolo
34 del regolamento (CE) n. 1829/2003 dispone l’adozione di provvedimenti di
emergenza in caso di rischi per la
salute umana, degli animali o per l’ambiente, miranti
a sospendere o modificare eventuali autorizzazioni, conformemente alle
procedure previste agli articoli 53 e 54 del regolamento (CE) n. 178/2002 che
prevedono la possibilità di attuare misure cautelari provvisorie.
EVIDENZIATO ALTRESI’ CHE
§
le Regioni hanno più volte espresso la loro ferma
contrarietà all’introduzione di colture transgeniche evidenziando la necessità che il futuro
regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio, di modifica della direttiva
2001/18/CE, per quanto concerne la possibilità per gli Stati membri di limitare
o vietare la coltivazione di OGM sul loro territorio, sia il più possibile
adeguato a salvaguardare l’agricoltura locale, la qualità e la specificità dei
nostri prodotti;
§
l’Italia è leader nella produzione di alimenti di qualità e ha il
maggior numero di prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) riconosciuti in
Europa, oltre 4.500;
§
la diffusione di coltivazioni OGM potrebbe determinare profondi
cambiamenti nella nostra agricoltura con pericoli non solo dal punto di vista
della sicurezza ambientale e alimentare, ma anche sotto l’aspetto
dell’omologazione con la possibilità di perdita della nostre originalità e
peculiarità;
§
mentre in Europa otto Stati Ue (Francia, Germania, Lussemburgo,
Austria, Ungheria, Grecia, Bulgaria e Polonia) hanno adottato la clausola di
salvaguardia (ma non l’Italia), ad oggi l’Ue ha autorizzato la coltivazione del
granturco transgenico dell’azienda Monsanto (USA), individuato come MON810, ed
è in arrivo il via libera, da parte della Commissione europea, per il mais
della Pioneer Hi-Bred (USA), denominato TC1507 e rispetto al quale 19 Paesi,
tra cui l’Italia, si sono già dichiarati contrari;
§
in assenza di un chiaro quadro di riferimento normativo comunitario
che vieti la coltivazione in campo degli OGM e con la possibilità che i singoli
Stati membri abbiano, in futuro, la titolarità della scelta, è importante il
pronunciamento delle amministrazioni locali e delle Regioni;
PRESO ATTO DI TUTTO CIO’,
QUESTO CONSIGLIO COMUNALE
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
§
a
dichiarare il proprio territorio libero dagli OGM e a favorire l’intervento
degli organi preposti, sotto il coordinamento delle Regioni, per attività ed
operazioni di controllo e contrasto alla sperimentazione in campo di colture
transgeniche e alla movimentazione e presenza di prodotti non autorizzati;
§
a
richiedere al Governo, anche tramite le Regioni, l’adozione di misure di
emergenza e di salvaguardia previste
dalla normativa al fine di tutelare le nostre tipicità ed il made in Italy contro ogni forma di
omologazione e deriva alimentare mirata alla cancellazione del nostro modello
agricolo basato su produzioni di alta qualità;
§
a
trasmettere copia della presente mozione al Presidente del Consiglio e al
Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali esortando il Governo,
anche in previsione del prossimo semestre europeo che vedrà l’Italia assumerne
la presidenza, a promuovere la riforma delle nome comunitarie con l’obiettivo
di lasciare ad ogni Paese la libertà di autorizzare o meno la coltivazione di
OGM all’interno dei propri confini;
§
a trasmettere copia della presente
mozione al Presidente della Regione e all’Assessore regionale all’Agricoltura
perché si facciano portavoce presso le istituzioni nazionali e
comunitarie delle istanze di potenziamento delle
procedure di valutazione del rischio ambientale degli OGM a protezione
dell’ambiente e del nostro settore agroalimentare.
Saluti Padani
Claudio
Broglio Capogruppo , Fabrizio Bardella
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