La
Giunta regionale, tramite degli emendamenti al Bilancio del 2012, ha confermato
il proprio impegno fattivo e propositivo verso l’EDISU Piemonte (edilizia
scolastica), alla quale destina cinque milioni di Euro, insieme ad altri cinque
milioni, che serviranno a sostenere le esigenze degli anziani non
autosufficienti. La Regione dimostra dunque
di voler proseguire nella propria politica di sostegno verso i soggetti
meno abbienti, nonostante il taglio dei trasferimenti da Roma e a prescindere
dalle malelingue dell’opposizione, che ad ogni piè sospinto sollecitano il
controllo della Corte dei Conti. Chi oggi sollecita quel controllo dimentica
che, quando governava l’ex Presidente Bresso, i magistrati contabili avevano
censurato le gravi irregolarità contabili del bilancio dell’esercizio del 2009,
dove è stato “occultato” un debito di 509 milioni di Euro (soldi anticipati
l’anno prima da Unicredit per pagare i fornitori della sanità) e sono stati
cancellati impegni di spesa per 700 milioni di Euro.
Inoltre,
non trascuriamo il nodo Sanità: se gli emendamenti al bilancio dell’opposizione
fossero stati tutti approvati, questa si sarebbe vista togliere, senza
motivazioni plausibili, l’incredibile cifra di 1 miliardo e 800 milioni. Pare una mossa poco opportuna da parte di chi
critica questa Giunta per la razionalizzazione che sta apportando al sistema
sanitario piemontese. La conferma di questa opera viene dalla costituzione,
mercoledì 16 maggio 2012, delle sei Federazioni sanitarie del Piemonte, che collaboreranno con le aziende sanitarie
regionali al fine di monitorare le risorse e contenere il costante aumento
della spesa sanitaria.
Quanto
agli stanziamenti inseriti nel bilancio, è vero che la cifra destinata per le
borse di studio è contenuta, ma non si può trascurare che queste devono essere
assegnate agli studenti che mostrano capacità e dedizione nello studio (e non
per il solo fatto di essere iscritti all’Università) . D’altronde, in momenti
difficili come quelli di oggi, andrebbe recuperato il significato delle borse
di studio, che è proprio quello di sostenere chi ne ha un bisogno concreto e ha dimostrato di essere
meritevole. Criticare questo modello
significa sostenere quello dei contributi “a pioggia”, che andrebbe respinto
anche nei periodi più prosperi di questo.
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