Il tema che ha caratterizzato questa settimana è il rapporto sempre più
problematico tra fisco e cittadini. Anche in Piemonte, infatti, contiamo
purtroppo le prime vittime tra coloro che non riescono più a gestire
situazioni debitorie nei confronti dello Stato e, per disperazione, si
lasciano andare a gesti estremi. Personalmente penso che una società di
riscossione, così come il fisco, non debba essere percepita, come accade
invece oggi, come il nemico da combattere. Con un approccio differente e
dal ‘volto umano’, infatti, si potrebbe da un lato allentare una
pressione su famiglie ed imprese a volte davvero inaccettabile e
dall’altro rendere più responsabili i contribuenti. Lo scopo di chi
riscuote, del resto, non deve essere quello di mandare sul lastrico
famiglie e imprese. Sarebbe auspicabile che la riscossione dei tenesse
conto delle specificità di ogni singola situazione debitoria. Mettere in
grave crisi una famiglia o far fallire un’azienda non conviene neppure
allo Stato: se un’impresa muore, chi paga le tasse l’anno dopo? Non ha
poi alcun senso neppure che un debito debba raddoppiare o triplicare nel
giro di pochi anni come accade oggi. Per ovviare a tutte queste
criticità sono orgoglioso di poter dire che la Regione Piemonte sarà la
prima del Paese a non servirsi più di Equitalia per la riscossione dei
tributi. Grazie all’approvazione di un emendamento alla legge
finanziaria regionale, il Piemonte potrà costituire un ente di
riscossione regionale per il recupero dei tributi locali. La novità
nasce dalla sintesi di istanze politiche trasversali e prende spunto
anche da esperienze importanti come quella del consigliere Udc Goffi su
Equitalia. Naturalmente vogliamo che questo nuovo organismo regionale di
riscossione sia caratterizzato da un approccio più umano nei confronti
dei cittadini, con criteri per la riscossione più favorevoli ai
contribuenti. Penso alla riduzione dell'aggio ai minimi rispetto al 9%
per cento applicato da Equitalia; alla creazione di una rete capillare
di sportelli del contribuente che permetteranno di non far cadere sulle
spalle dei cittadini, spesso impreparati, il peso degli errori della
pubblica amministrazione. Chi riceverà una cartella non si dovrà sentire
con le spalle al muro: bisognerà presentare fin da subito tutto il
ventaglio di opportunità possibili, spiegare al contribuente che non è
la fine del mondo e instaurare subito un canale di comunicazione. Chi lo
dice, ad esempio, che non ci possano essere degli errori nei calcoli e
che la persona possa dimostrare la sua buona fede? Occorre un ufficio di
relazione con il pubblico che accompagni il contribuente. Vogliamo dare
un servizio migliore. Questo nuovo ente consentirà infine alla Regione e
ai Comuni che aderiranno di beneficiare in maniera equa e
compartecipata, dei profitti della riscossione, che verranno pertanto
investiti sul territorio e non confluiranno più al ministero
dell'Economia. In altre parole più federalismo fiscale, più equità, più
autonomia e più trasparenza. L’altro evento importante della settimana è
stato il Salone Internazionale del Libro di Torino, dove ho annunciato
che a partire dal 2013 la Regione darà un bonus libri di 30 euro a tutti
i ragazzi che compiranno 16 anni. Era una promessa della campagna
elettorale che oggi, dopo aver rimesso un po’ in ordine il disastroso
bilancio regionale che abbiamo ereditato, possiamo realizzare.
L’iniziativa nasce anche dalla consapevolezza che le difficoltà della
crisi hanno fatto ridurre drasticamente l’acquisto di libri nelle
famiglie: quando si fatica ad arrivare alla terza settimana del mese, le
prime cose che si tagliano sono le spese per la cultura, per i libri. E
noi vogliamo invece che i nostri ragazzi possono continuare a leggere.
Spero quindi che anche altri Enti ci seguano su questa strada. Sulla
cultura occorre investire in soluzioni durevoli che possano portare
sviluppo, che non siano fini a se stesse, ma riescano ad innescare
meccanismi virtuosi.
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