Di seguito l'articolo del presidente Cota pubblicato ieri, venerdì 15 Luglio 2011, su "La Stampa".
Egregio direttore,
vorrei rivolgermi ai lettori del Suo giornale per adempiere ad un compito che ritengo debba assolvere chi ha una responsabilità di governo, cioè quello di dire la verità e di proporre delle soluzioni ai problemi.Dire la verità: ci sono meno soldi e chi governa ha meno risorse a disposizione. La spesa pubblica deve scendere, altrimenti il sistema va in bancarotta. L’alternativa è quella di aumentare la pressione fiscale, ma universalmente si fa presente come scelte di questo tipo aggraverebbero ancora di più la situazione, a fronte di un sistema che lamenta proprio un deficit di competitività.Questa è la fotografia a livello generale, ma il dettaglio sulla realtà piemontese è ancora più definito. La nostra regione ha un livello di indebitamento altissimo e le risorse dipendono in larghissima parte dai trasferimenti statali. Il federalismo fiscale, infatti, non è ancora operativo e gli strumenti di imposizione fiscale a livello regionale erano in passato già stati attivati ai massimi livelli. Lo Stato ha tagliato i trasferimenti in modo massiccio: oltre 400 milioni per il 2011 e con questa manovra per il 2013 si prevedono ulteriori riduzioni. In più vanno tenuti in considerazione altri tre fattori. Il primo, che ci sono delle spese rigide, come quelle per il personale, perché le leggi del pubblico impiego non permettono di licenziare. Il secondo, che ci si deve dare delle priorità; ci sono cioè cose che sono necessariamente più importanti di altre. Se si deve scegliere se finanziare la cassa integrazione o un concerto, può capitare che si scelga la prima. Il terzo, che nel bilancio della Regione Piemonte la sanità cuba l’82% e che questa spesa è cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni, soprattutto da noi. Dunque, è indispensabile procedere ad una razionalizzazione anche in questo settore. Aggiungo che, davanti ad un esborso complessivo di circa 8,4 miliardi, non è pensabile continuare a non tenere sotto controllo i conti.Proporre delle soluzioni. Per quanto riguarda la Sanità, togliere le cose superflue e puntare sulla effettiva offerta. Se i privati riescono a gestire un servizio con meno costi per la collettività, ci guadagnano e forniscono un buone prestazioni, questo vuol dire che nel pubblico si può e si deve recuperare molto. Lo dico, sia chiaro, indipendentemente da ogni considerazione su un maggiore o minore coinvolgimento dei privati. Aggiungo, realizzando quelle riforme strutturali che consentano di introdurre efficienza nel settore.Il lavoro che stiamo facendo è giusto e serve a garantire delle prestazioni sanitarie gratuite ai cittadini per il futuro, che altrimenti rischieremmo di non poterci più permettere. Chi non fa niente, continua a non dire la verità e non offre soluzioni, non fa un buon servizio e non esercita la propria responsabilità di governo. In merito vorrei sottolineare come dopo 15 anni la spesa sanitaria, nel primo semestre 2011, sia per la prima volta sottocontrollo. E a questo si aggiungerà nei prossimi mesi la Riforma sanitaria, che prevede una messa in rete degli ospedali. Mi auguro che su questo ci sia un dibattito e un confronto, ma per favore cerchiamo di tenere i piedi per terra. Con tutto quello che sta succedendo nel mondo vi pare possibile protestare perché si decide di impiegare le risorse per comprare più mezzi per il 118 invece che tenere un'assurda pluralità di centrali operative, quando ne basterebbe una per tutta la regione? Oppure stabilire che, se esiste un punto di primo soccorso dove non va nessuno e che fa solo codici bianchi, magari a pochi chilometri da un Pronto Soccorso attrezzato, possa essere chiuso di notte e sostituito con autoambulanze specializzate? E ancora, è possibile dover sentire polemiche sui farmaci generici? Questi prodotti hanno la stessa efficacia del farmaco «griffato». Non a caso sono largamente utilizzati nel resto d'Europa. Potrei continuare, ma spero che si sia capito il senso di un'azione che non è né di destra, né di sinistra, ma semplicemente nell'interesse dei cittadini.
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